martedì 15 maggio 2007

UNA STORIA VERA

"Ciao,

domenica sono stato a Roma, dove ho incontrato un mio carissimo amico, Ing. Nicola Grillo, fondatore della Geva edizioni.

Mi ha regalato un libro” perché fuggire dalla calabria”ò.

Il libro è il racconto di una storia vera, di uno dei tanti figli della calabria, costretti a fuggire al nord, perché non ubbidiente alle leggi del territorio.

Il libro è unico nel suo genere, un libro VERO, frutto di una storia realmente accaduta, forte nei contenuti da voce alle vicende che si nascondono dietro la politica Vibonese e delle mazzette chieste come ringraziamento dei lavori concessi.

Può essere richiesto, direttamente alla geva edizioni, visitando il sito:

gevaedizioni

oppure ai seguenti recapiti:

GEVA EDIZIONI

Sede: Via dei Lincei, 54 - 00146 Roma
Tel/Fax: 065127106 - 065127140 - 0651430420
E-mail: info@gevaedizioni.it



Con affetto,
Attila



Per curiosità ho letto un capitolo del libro sul sito..
ne riporto una piccola parte


Semplice ingenuità o strafottenza?
Un ponte sullo stretto per unire Calabria e Sicilia?
Davvero qualcuno pensa che queste due terre non for-
mino già un corpo unico? Ma guardatele: sornione,
ossequiose e deferenti, esse da sempre si scrutano a di-
stanza ravvicinata, si osservano, si studiano sfacciate e
pudiche; da millenni esse si emulano, specchio l’una
dell’altra. Non c’è ingenuità che non nasconda malizia
in Calabria, non ce n’è in Sicilia; un’arma quanto mai
raffinata ed affilata: la sfrontatezza camuffata da inno-
cenza, un unico antagonista degno, l’ironia. E di ironia
brillavano gli occhi di un amico ingegnere mentre mi
raccontava la quotidiana angelica impertinenza di un
suo conterraneo.
Erano i primissimi anni della sua professione, viveva e
lavorava in un piccolo paese in provincia di Messina,
girava a piedi, incontrava sempre le stesse persone,
molto spesso un signore, niente più che un conoscente,
il quale ad ogni incontro si inchinava ossequioso e gli
rivolgeva sempre lo stesso saluto: “Buon giorno signor
geometro, come sta?”. Sempre lo stesso saluto, sempre lo
stesso appellativo: “signor geometro”. Divertito da
tanta deferenza ma insieme persuaso a mettere fine ad
una formalità eccessiva quanto inesatta, un giorno il
mio amico si permise di replicare: “Caro amico mio, io
mi chiamo Luigi. Usi pure il mio nome, io lo preferi-
sco. Se però lei insiste nel volersi rivolgere a me usan-
do il titolo professionale forse è meglio che le precisi
che sono ingegnere”. Pronta e disarmante la risposta,
il suo sguardo fisso nel mio: “Non si preoccupasse Lei
perché lei è bravo e prima o poi geometro ci diventerà”!

-Non tornare mai più, non pensare mai a noi.
Non ti voltare, non scrivere.
non ti far fottere dalla nostalgia.
Dimenticaci tutti. -( da Piccolo Cinema Paradiso)

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