lunedì 28 settembre 2009

MONTALTO UFFUGO



Tra un mercatino, un bagnetto ed una cena con amici è saltato fuori, questa estate, una piccola gita fuori porta: Montalto Uffugo.
Una scoperta davvero deliziosa. Grazie ad una amica originaria di questo paese ho potuto vedere un esempio ricco di tradizione e cultura, architettura e musica. Purtroppo come tutti i centri piccoli della Calabria, anche Montalto necessita del recupero del suo centro storico ed una attenzione maggiore negli interventi di restauro. E' comunque godibile visitare questo paesino arrocato su un monte.

Ora qualche cenno storico per capirne un pò di più:

Le origini di Montalto Uffugo sono incerte. Anticamente era chiamata "Aufugum", probabilmente per una simultaneità di azioni che la configurazione orografica del territorio sembrava garantire: vedere, osservare, organizzarsi per difesa e, se necessario, fuggire.
Tracce dell’esistenza dell’antica Aufugum in epoca romana si trovano nelle "Storie" di Tito Livio. Fu proprio in quell’epoca che Aufugum fu "colonizzata" ed elevata al "rango di Municipio". La successiva caduta dell’Impero Romano e le invasioni dei Visigoti di Alarico nel 410 d.c. segnarono il suo declino.Nel IX secolo le persistenti e crudeli scorrerie dei Saraceni in Calabria, favorite della dominazione bizantina, portarono alla totale distruzione di Aufugum.
Contrariamente a quanto si crede, fu ricostruita nello stesso luogo e, questa volta, fu chiamata "Mons Altis". La posizione strategica di Montalto - che aveva indotto i Romani a stanziarvi un "presidio" militare - fu apprezzata anche dai Normanni, che vi costruirono un castello con varie torri di guardi e vie di accesso. La politica di contenimento dello strapotere dei baroni e delle gerarchie ecclesiastiche attuata dai Normanni, portò a Montalto Ebrei e Valdesi.
Nello stesso periodo la comunità cristiana costruì il Duomo dell’Assunta. Al di là della leggenda, la scelta del "Monte Serrone" - su cui fu deciso di costruire il Duomo - l’imponenza della costruzione ed il suo orientamento planimetrico costituivano una forte opposizione, sia pure soltanto visiva, al potere e alla politica dei Normanni. Nel XV secolo Montalto penne sede di "Contado" e, nel XVI, sede di "Ducato". Alla sua guida si avvicendarono perse famiglie nobiliari: i Ruffo, i D’Allegro, i Ferrante di Cordova, i D’Aragona, o Borgia Alvares di Toledo. In particolare con gli Aragonesi Montalto penne un importante centro religioso e quasi tutti gli Ordini Monastici vi costruirono una loro imponente dimora, in particolare i Carmelitani, che con il filosofo-astronomo Paolo Antonio Foscarini, fondarono l’Accademia Montaltina degli Inculti.Nel 1561, per effetto della Controriforma e delle mutate condizioni politiche, si consumò a Montalto l’eccidio di ottantasei Valdesi, mentre, il resto della comunità fu costretta all’abiura. Dopo l’unità d’Italia al nome di "Montalto" fu aggiunto "Uffugo", di antica memoria. Il Centro Storico di Montalto è ricco di antichi edifici di stile spagnoleggiante, con portali risalenti a periodi storici persi.



Il centro è percorribile a piedi e si sviluppa tutto intorno al monte, attraverso scalinate, cunicoli, corti. E' davvero divertente girarlo tutto ed il paesaggio tutto intorno è di quelli mozzafiato. Girando intorno al monte si può avere la visuale dell'intorno a 360 gradi.
continua.....

lunedì 21 settembre 2009

2°resoconto di agosto



Parliamo ancora di mare.
Mare trasparente, cristallino e limpido. Il mare del Tirreno. Perla del Mediterraneo. Gioiello da custodire con cura e rispetto.


Non trovate anche voi che questi colori vadano tutelati?
E invece molta gente non la pensa così. Da qualche settimana è venuta alla ribalta una notizia (peraltro vecchia) sconcertante. Il nostro mare è inquinatissimo da scorie radioattive.
Certo ci tranquillizzano...sotto le acque tutto il male viene attutito, viene digerito, il ciclo naturale depura da solo...
ma che bravi! è proprio un gran genio colui che ha pensato di smaltire tonnellate di scorie radioattive nei nostri amati fondali affondando navi cargo che poi erano legalmente rottamate (da documenti rinvenuti). Avrete sentito tutti la recente notizia della nave trovata nei fondali a 20 miglia da Amantea. Una nave cargo che era stata regolarmente registrata intorno agli anni '80 come demolita, ed invece si trova nei nostri fondali con un carico altamente radioattivo.
Gli alti vertici minimizzano, ma questa è una cosa gravissima. Pare che siano 35 le navi cariche di scorie disseminate nel mediterraneo, tutte a sud.
Potremmo già risentire degli effetti della radiazione sulla nostra salute. Non è un caso che le malattie tumorali e le leucemie sono aumentate negli ultimi decenni. A quanto pare sono più di 20 anni che si smaltisce nelle coste meridionali scorie che arrivano da tutte le parti del mondo.
Come sempre c'è di mezzo la ndrangheta, ma scommetto che qualche politico accomodante ha chiuso tutti e due gli occhi per permettere tale nefandezza. Legambiente ha già pubblicato diversi dossier sull'argomento e ci sono state anche intercettazioni telefoniche di cui voglio riportare un breve spezzone:

"Basta essere furbi, aspettare delle giornate di mare giusto, e
chi vuoi
che se ne accorga?"
A questo punto l'interlocutore all'altro capo del telefono sembra avere
qualche perplessità, forse una sorta di rigurgito di coscienza:
"E il mare? Che ne sarà del mare della zona se l'ammorbiamo?
"Ma sai quanto ce ne fottiamo del mare? Pensa ai soldi - è la risposta -
che con quelli, il mare andiamo a trovarcelo da un'altra parte..."


Quanta ignoranza! Come se il mare fosse una cosa immobile. Non lo sanno che l'acqua di mare evapora e si trasforma in pioggia e va a finire sulle nostre teste? attraverso l'acqua che beviamo ed i prodotti della terra, ortaggi, carni assorbiamo anche noi ed anche questi stupidoni tutte queste scorie!
Trovate questo e molto altro sull'argomento qui.

Ora voglio passare ad un argomento un pò più lieve e positivo.
Vi avevo parlato del mercatino dell'usato che ho organizzato questa estate qualche post fa. Ebbene voglio mostrarvi la foto della Cycas che è stata piantata nella aiuola della piazzetta di Vibo Marina grazie al ricavato della vendita. Ne vado molto orgogliosa.

Presto verrà piantata anche una magnolia nell'aiuola sguarnita che vedete qui sotto.
Sono molto contenta, un albero rappresenta la vita ed è grazie agli alberi che noi tutti respiriamo. Per ogni albero abbattuto dovrebbero piantarne almeno 3 per restituire alla Terra ciò che le hanno tolto...ed invece sulla collina vibonese mettono in sesto dal rischio idrogeologico tagliando tutto ciò che trovano nel loro cammino per posare una rete metallica a maglia fine che dovrebbe contenere il suolo dalla frantumazione. mha!

Certe amarezze non bisogna ingoiarle! Proprio non capisco!

Lo so che è brutto passare da un argomento ad un altro, ma mi ritrovo a dover sintetizzare per mancanza di tempo. Mi scuso con tutti voi se questo crea un pò di confusione. Vi avevo promesso di mostrarvi qualche risultato della ristrutturazione della casa di mia mamma.
Ed ecco qua qualche foto del bagno:



a presto.

venerdì 11 settembre 2009

Fondali marini da scoprire

AMBIENTE: SCOPERTA NUOVA SPECIE CONCHIGLIA IN CALABRIA
(ANSA) - VIBO VALENTIA, 10 SET - E' un'assoluta novita' scientifica: piccola, bianca, con tanti puntini rossi sulla superficie: e' la nuova specie di conchiglia, una Ciprea trovata a 108 metri di profondita' nell'area antistante il porto di Vibo Valentia Marina, nel Tirreno calabrese. La scoperta definita ''storica'' per la biologia marina e' stata annunciata nel corso della presentazione dei risultati delle ricerche condotte dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) condotte nei fondali calabresi. Ad annunciare la scoperta l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Silvestro Greco, che e' un biologo marino. Questa nuova specie di conchiglia non era mai stata avvistata prima nei mari del pianeta. Quindi non e' neanche catalogata. ''Quando l'abbiamo vista per la prima volta - ha affermato Simonepietro Canese, responsabile del programma di ricerca Ispra - ci siamo stupiti, perche' non riuscivamo a classificarla in nessuna specie. Cosi' abbiamo mandato le foto all'universita' di Genova. E li' c'e' stata la sorpresa: questa specie non era catalogata. E noi la vedevamo per la prima volta''. ''Con la scoperta del corallo nero - ha detto l'assessore Greco - avevamo avuto la percezione di una ricchezza straordinaria dei nostri fondali. Con i risultati di queste ricerche nei mari calabresi, si dovranno riscrivere i libri di biologia marina''. (ANSA).