giovedì 18 settembre 2008

Rinnoviamoci

ciao a tutti.
Dopo una lunga assenza per via di un fiume di impegni di ogni genere, finalmente con un pò di tranquillità e soprattutto ispirata da un tema alquanto scottante riprendo a buttar giù qualche pensiero.
Sicuramente felice per la notizia appresa un paio di giorni fa sull'arresto di un gruppo di persone legate alla 'ndrangheta, e ancor di più per il sequestro di una quantità considerevole di cocaina ma ancor di più del patrimonio degli stessi, che, voglio ricordare è possibile ottenerne la gestione(nel caso di immobili)  nel caso voi siate giovani imprenditori o come a Buccinasco in provincia di Milano, alcuni immobili sono stati destinati a studenti calabresi e siciliani.
Ottimo direi!
Vorrei segnalare grazie al mio caro amico effeci due siti internet molto interessanti.
Il primo è dedicato interamente alla parte sud del territorio cosentino, in particolare dei borghi più antichi. Il sito ne racconta la storia, le
 bellezze architettoniche e naturalistiche, il folklore e le tradizioni artigiane. Tramite questo sito è possibile organizzare escursioni guidate molto interessanti, per chi ha voglia di vacanze insolite fuori dagli schemi del villaggio turistico.Questo il suo post:

http://www.altracalabria.com/index.php
Ciao Rosanna, tutto bene spero.. giu' in ferie non ci siamo incontrati per
poco!Volevo farti conoscere questo sito, di cui riporto il link, di un'agenzia
turistica che porta avanti un progetto alla scoperta di un territorio ancora
poco valorizzato turisticamente. parlo del basso tirreno cosentino, una zona
splendida di borghi ancora intatti che guardano il mare e di montagne
panoramiche che conciliano le altezze impervie col blu del mare.
insieme al progetto "consuma e spendi calabrese" che è partito dallo ionio e
che sta facendo capire come un consu
mo consapevole di prodotti nostrani azzera
l'inquinamento dovuto ai trasporti ed arricchisce la nostra micro-economia,questo che riguarda un turismo di "scoperta" non legato ai soliti villaggioni
turistici all inclusive è un altro progetto da sostenere perciò ti chiedo di
pubblicizzarlo, se vuoi, sul tuo blog in modo che attraversio la rete si
diffonda questa iniziativa. il sito come vedrai è bellissimo, vai a vedere per
esempio l'ospitalità offerta, piccoli alberghi , b
&b di charme, e luoghi
meravigliosi...
spero che rilancerai questa "offerta" consapevole di turismo con la T
maiuscola..
A presto e grazie!

 
Il secondo è un sito completamente dedicato all'architettura. Fondato da due architetti calabresi (un prof ordinario all'Università della Calabria ed una sua ex allieva) il cui intento è approfondire le tematiche della conservazione e del restauro con un occhio attento alle nuove tecnologie. Da tenere d'occhio per chi ha voglia di saperne di più e per avere un'ampia conoscenza delle tecniche costruttive della nostra tr
adizione. Inoltre il sito si fa promotore d
i contatti con fornitori, costruttori ed architetti. 

http://www.lavoripubblici.biz/



Ma ora veniamo al tema che mi sta a cuore.
L'ambiente.

Sappiamo tutti che il nostro pianeta sta soffrendo e noi con lui....le conseguenze sono le più disparate: 
lo scioglimento dei ghiacciai e dei poli,
- una delle ultime notizie, sta costando la vita agli ultimi esemplari di disperati orsi bianchi, delle foche e dei trichechi che per trovare un altro grosso iceberg su cui abitare sono costretti a nuotare per miglia e miglia col rischio di affogare per la stanchezza, 
- ormai noto a tutti, sta provocando un graduale innalzamento dei mari e conseguente erosi
one delle coste (addio spiagge, sob!)
l'altissima concentrazione di monossido di carbonio (CO) nell'aria è uno delle principali cause dell'aumento di malati di tumore, nonchè causa dell'innalzamento della temperatura che provoca lo scioglimento di cui sopra. 

Questa emergenza ha mobilitato una politica volta alla sostenibilità ambientale che prevede principalmente la riduzione fino all'azzeramento delle emissioni di CO2.
Ci sono produttori di mobili che promettono di ripiantare la quantità doppia di alberi che tagliano, ci sono industrie che producono energia usando fonti alternative (fotovoltaico, biomassa) per ridurre le emissioni di CO2, ci sono privati cittadini che si impegnano a rinnovare i vecchi impianti di riscaldamento (fonte primaria delle emissioni suddette) e a comprarsi un auto elettrica o ancora meglio ad andare in bicicletta.
Ma siamo ancora lontanissimi dalla condivisione globale di questo intento.
Perchè ancora molti, direi la maggioranza della popolazione mondiale non ha assolutamente idea delle conseguenze delle loro azioni. E così c'è chi propone di aprire una centrale a carbone per produrre energia mosso chissà da quale impeto generoso verso la propria terra.
Sto parlando di Saline e della lunga battaglia che i suoi abitanti hanno intrapreso contro un'azienda svizzera che ha deciso di investire (ma come mai?) proprio in territorio calabrese per la costruzione di una centrale a carbone.
Qui di seguito riporto un articolo preso dal sito di Legambiente:


«No al carbone a Saline Joniche»
Proteste a Roma e Reggio Calabria
di RAFFAELE LUPOLI


Gli enti locali non vogliono la centrale. Per gli ambientalisti aggiungerà 7,5 milioni di tonnellate di CO2 alle emissioni climalteranti del nostro Paese. Legambiente: «Si continua a investire in opere di grande impatto sull’ambiente e fallimentari sotto il profilo economico»In Calabria un
a centrale elettrica alimentata a carbone a Saline Joniche nessuno la vuole. Né il Comune di Saline, né la Provincia di Reggio Calabria, né la Regione, che ha bandito per legge dal suo territorio questo genere di impianti. Ma il governo e la Sei, l’impresa che ha presentato il progetto, si ostinano a proseguire nell’iter autorizzativo. Per protestare contro “la violenza di una scelta imposta al territorio” Legambiente ha manifestato ieri davanti al ministero dello Sviluppo economico, in occasione della prima conferenza dei servizi, gettando un ponte ideale verso piazza Italia a Reggio Calabria, dove un’analogo sit-in è stato organizzato dal coordinamento delle associazioni dell'Area Jonica davanti al Palazzo del governo.

“Il progetto presentato dalla Sei – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani – viene spacciato come eco-compatibile solo perché prevede potenzialmente un impianto idoneo alla cattura della CO2 per il successivo deposito geologico al largo delle coste ioniche, ma attualmente non esistono garanzie sull’effettiva realizzazione dello stoccaggio, che abbasserebbe l’efficienza dell’impianto e aumenterebbe i costi, rendendo il carbone meno competitivo”.

La scelta del carbone va in direzione contraria rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. “Non esiste oggi una tecnologia in grado di abbattere l’anidride carbonica e questa nuova centrale a carbone non farà altro che aumentare di altri 7,5 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 del nostro Paese – ha detto Ciafani – È ora d’investire su tecnologie che siano davvero in grado di rendere sostenibile il sistema energetico dell’Italia”. Ambientalisti enti locali e associazioni temono che quello di Saline, nell'area della ex Liquichimica, sia il solito affare di pochi che finirebbe per ricadere sulle spalle di tanti. “Per oltre 30 anni in Calabria – ha aggiunto il presidente di Legambiente Calabria Antonino Morabito – si è continuato ad investire in opere di grande impatto sull’ambiente e fallimentari sotto il profilo economico invece di valorizzare la naturale vocazione turistica della regione”.

Nello stesso settore energetico, secondo gli ambientalisti, si potrebbe puntare efficacemente sull’utilizzo di alcune delle strutture industriali per realizzare una centrale solare termodinamica a concentrazione e un parco tecnologico per le energie rinnovabili che serva come luogo di produzione ma soprattutto di sperimentazione. “Un’iniziativa simile – conclude Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente - darebbe l’opportunità di un coinvolgimento dei centri di ricerca, delle imprese, Sei inclusa, e delle Università con risposte importanti sul terreno dell’eccellenze, della qualità e dello sviluppo, accompagnate da positive e non effimere ricadute anche in termini occupazionali”.

L’associazione ambientalista rilancia, infine, la sfida alla multinazionale svizzera per un confronto pubblico sul piano tecnico-scientifico- finora sempre eluso da parte della società -sulla opportunità ambientale, economica e occupazionale del progetto della centrale. Sabato 20 e domenica 21 presso tutti i Comuni dell'area jonica sono previsti dei punti di incontro con la cittadinanza per avviare una petizione popolare e una campagna di sensibilizzazione.


5 commenti:

Britt Hannah ha detto...

fantastic image!

Pino Amoruso ha detto...

D'accordo in toto con te riguardo la difesa dell'ambiente...andro' a visitare i link consigliati.
Buon fine settimana ;)

Anonimo ha detto...

Cara Rox, grazie per aver rilanciato i siti da me proposti..
Partecipo al dibattito sulla CO2....Il biossido di carbonio nell'aria è presente in quantità dello 0,03% circa, mentre nell'aria esalata dopo un nostro respiro o quello di un animale è circa il 4,5%, ciò vuol dire che se un gruppo di persone si chiudono in una stanza per molto tempo, moriranno perché l’eccesso di CO2 prodotta andrà a saturare l’emoglobina del sangue.. sempre che non muoiano prima per la puzza.. ;-)
Il principale metodo per smaltire enormi quantità di biossido di carbonio è la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali: questo processo coinvolge luce, biossido di carbonio ed acqua trasformandoli in ossigeno e glucosio; consiste quindi nel piantare e/o preservare foreste. Questo è il modo più semplice, economico e spontaneo, che praticamente avviene naturalmente sul nostro pianeta da quando esistono i vegetali, ecco perché prima ancora che sulle tecnologie la battaglia si combatte sulla prevenzione e l’assorbimento della CO2 in eccesso attraverso la salvaguardia delle foreste.
Ogni pianta è importante perché è con il suo equilibrio chimico-fisico produce e assorbe CO2
Sono allo studio metodi artificiali per catturare la CO2 al fine di contrastare l'innalzamento della concentrazione di questo gas. In tal caso la cattura del biossido di carbonio si ha nei siti ove viene prodotta in grande quantità: fumi di combustione (es. centrali termoelettriche a carbone o a gas) o da residui di raffinazione; il "sequestro" consiste nell'iniezione nel sottosuolo ove l'anidride carbonica può rimanere segregata grazie a diversi meccanismi chimico-fisici.
Oggi esistono qualche sito di sperimentazione di sequestro geologico, tutti legati all'industria petrolifera, ma la tecnologia per imprigionare la CO2 ha bisogno ancora di molti passi avanti.. Questi metodi formalmente non smaltiscono il biossido di carbonio ma prevedono il suo stoccaggio in sacche sotterranee che dovrebbero trattenere la molecola per migliaia di anni, in pratico come avviene per i combustibili fossili che risiedono nel sottosuolo finchè qualcuno non trivella i pozzi..
ciao effeci.

calabrisella ha detto...

interessante osservazione effeci...mi chiedo quali conseguenze possano avere queste iniezioni di CO2nel sottosuolo....
Di sicuro gli alberi sono una risorsa fondamentale. Come ci insegna la storia dell'Isola di Pasqua
" Verso il 1400 d.C. la popolazione raggiunse i 15.000-20.000 abitanti e l’attività di abbattimento degli alberi conobbe il proprio massimo di intensità. La riduzione della risorsa forestale provocò un inasprimento dei rapporti sociali interni che sfociarono talora in violente guerre civili. Tra il 1600 e il 1700 d.C., in alternativa al legno divenuto sempre più scarso, gli abitanti iniziano a utilizzare anche erbe e cespugli come combustibile. Le condizioni di vita sull'isola divennero pertanto proibitive per la poca popolazione rimasta, in gran parte decimata dagli scontri interni e dai flussi emigratori." da Wikipedia

Anonimo ha detto...

LA TORRE CHE ASPIRA CO2
Funziona perfettamente e potrebbe risolvere il problema dei tagli al gas serra che altera il clima
L’hanno battezzata «CO2 Tower», la torre dell’anidride carbonica, perché è sormontata da un grande e alto cilindro d’acciaio che svetta in posizione verticale. E’ la prima macchina per aspirare anidride carbonica direttamente dall’aria costruita dall’uomo, il sogno dei governanti e degli industriali di mezzo mondo, alle prese con il difficile esercizio dei tagli alle emissioni di questo onnipresente gas serra responsabile dei cambiamenti climatici.
Il professor David Keith e il team di scienziati e tecnologi che l’hanno progettata e realizzata all’università di Calgary, Alberta, in Canada, ne illustrano senza trionfalismi le caratteristiche e le prospettive di sviluppo: «E’ un prototipo sperimentale già funzionante, un impianto relativamente semplice che si basa su tecnologie mature. Ha il pregio di poter svolgere la sua funzione in qualunque posto del pianeta, separatamente da un impianto di produzione energetica. Ne stiamo mettendo alla prova l’efficienza per verificare la nostra ipotesi che possa essere conveniente realizzarlo e distribuirlo in una molteplicità di esemplari». Nessuna promessa spericolata, insomma, ma la presentazione di una soluzione pratica e già operativa, da sottoporre al giudizio della comunità scientifica internazionale per le necessarie verifiche.

COME FUNZIONA - Alla base del funzionamento della macchina, c'è un processo chimico-termodinamico sicuro: l’aria aspirata viene posta a contatto con una pioggia di particelle di idrossido di sodio (NaOH) che provocano la separazione della CO2 presente, la quale può essere raccolta e stoccata nella forma più opportuna per il suo smaltimento (I dettagli tecnici del processo possono essere studiati nella pubblicazione scientifica disponibile online. Keith e collaboratori ci tengono a che non si faccia confusione fra la loro tecnologia e quella detta CCS (cattura e stoccaggio del carbonio), anch'essa in corso di sperimentazione in varie parti del mondo: «La CCS preleva l’anidride carbonica ai camini di centrali elettriche o industrie, dove si trova in alte concentrazioni, la nostra macchina, invece, direttamente dall’aria». E’ spontaneo chiedersi, a questo punto, quale vantaggio c’è ad aspirare CO2 dall’aria, dove è presente con una concentrazione di appena lo 0,04%, invece che dai fumi di un impianto energetico, dove la sua concentrazione balza al 10%. «Il fatto è che una larga fetta di CO2 è prodotta da sorgenti mobili: auto, aeroplani, navi, dove la tecnica CCS è inapplicabile -spiega Keith-. Di qui la necessità di pensare anche a una rimozione direttamente dall’aria».

UNA «TORRE» SU OGNI TETTO? - I primi conteggi, riferiscono Keith e collaboratori, sembrano incoraggianti: il loro prototipo richiede 100 kilowattora per tonnellata di CO2 estratta. «Questo vuol dire che, usando una centrale elettrica a carbone per alimentare la nostra macchina, per ogni unità di elettricità prodotta per farla funzionare, catturiamo CO2 dieci volte di più di quella emessa dalla centrale per il nostro fabbisogno». Insomma, l’efficienza del processo sarebbe fuori discussione. Ora c’è da valutare la convenienza economica di una produzione su larga scala di queste macchine. Galoppando con la fantasia, potremmo immaginare un futuro in cui ognuno di noi, sul tetto, accanto all’antenna della televisione, ha una torretta aspira-CO2 per smaltire i gas serra emessi dalle nostre attività quotidiane!
EFFECI.