mercoledì 2 luglio 2008

3 luglio 2006


Navigando su blog amici mi sono imbattuta in un articolo che mi ha riportato alla memoria momenti davvero tragici di un estate di due anni fa.
Era il 4 luglio 2006, ero a Madrid per una breve vacanza con mia madre, mattina, la mamma era uscita a fare compere ed io me l'ero presa un pò più comoda quando mi giunge l'sms di un amico di Milano, mi chiedeva se io e miei familiari stavamo bene e che gli dispiaceva per quello che era successo nel mio paese!
Allibbita e molto preoccupata scendo in strada in cerca di un edicola per comprare un giornale italiano, non ricordo quale comprai ma la notizia era in prima pagina:
Alluvione a Vibo Valentia, quattro morti tra cui un bambino, zona della marina in ginocchio.
Man mano che leggevo la mia paura saliva e contorceva il petto e lo stomaco. Chiamo subito a casa. Mio padre e mia sorella, dovevo sentire la loro voce.
Risponde papà e mi rassicura. Stanno bene. Dice che è tutto a posto di non preoccuparmi, minimizza. Ma dalla sua voce sento un certo tremolio che non riesco a dimenticare.
Quando torna la mamma mi trova in lacrime, voglio tornare a casa, mancano ancora 3 giorni al nostro volo di rientro e mi sembrano un eternità. Anche lei è scioccata ma cerca di farmi ragionare. Insisto per partire subito.
La mattina seguente vado in agenzia per cambiare la data di partenza ma non trovo niente. Mi sento molto impotente e il mio pensiero continua ad andare lì, ai miei cari, agli amici, alle strade, alle case, alle persone che hanno perso la casa e il lavoro (e vi assicuro che nella mia testa era niente in confronto a quello che poi ho visto e sentito).
I giorni a seguire, nonostante cercassimo di goderci le ultime ore in quella meravigliosa città che è Madrid, sono stati molto tesi e infelici. Finalmente partiamo.
Sono così ansiosa che sull'aereo ho il mio primo attacco di panico. Per un temporale a Roma ritardano la nostra partenza e ci fanno scendere dall'aereo. Ci fanno aspettare un oretta per poi risalire. Finalmente si parte, ma mi accorgo che le tre ragazze sedute dietro di me non sono salite e lì comincia il mio attacco di panico. Orribile! Non lo auguro a nessuno! Penso tra me che quello è un segno del destino e che dobbiamo scendere. Sono talmente accecata dalla paura che mi alzo dal mio posto e corro verso l'uscita. Ma aihmè le porte dell'aereo erano già chiuse e a nulla sono valse le mie richieste di scendere nè di droghe per calmarmi. Alla fine mi sono accontentata di una camomilla.
Arrivate a casa la triste e desolata scena di una comunità distrutta mi ha spezzato il cuore. Anche l'attività di mio padre è stata colpita, la casa di mio zio. Settimane intere a mandare via tutto quel fango, posso ricordarne ancora l'odore pungente. E più lo mandavi via più sembrava arrivarne dell'altro. La strada dove mio padre lavora sembrava un campo di battaglia, ruspe, camion, croce rossa, protezione civile, e un mare di fango. Negli occhi della gente la disperazione di aver perso i propri riferimenti, il dolore immenso di una vita di lavoro sgretolata in attimo. Ho visto questo ma ho visto anche tanta solidarietà. Ho visto il sorriso della comprensione ed il coraggio di guardare avanti. Ho visto ragazzi darsi da fare per gente mai vista. 
E' stata una tragedia. Un disastro annunciato che avrebbe potuto essere evitato.
Ancora oggi le cause non sono state rimosse o risolte. Ancora oggi si continua a produrre pericolo e morte per migliaia di persone, tra gli stessi abitanti di una comunità in precario equilibrio sociale. Perchè si...se una parte del territorio è stata devastata , una parte si è salvata e non dico che tutti gli abitanti "salvi" hanno ignorato i propri compaesani ma un buon numero si...e chissà forse sono proprio gli stessi che continuano imperterriti a violentare questo bellissimo  territorio.
Domani sarà l'anniversario di questa violenza e per non dimenticare il gruppo cattolico ha organizzato una fiaccolata.. Dal canto mio, anche se lontana domani ringrazierò la vita di avermi fatto scoprire l'immensa umanità dei miei compaesani e auguro loro che possano ricevere da questa stessa vita un premio per il loro coraggio.


4 commenti:

EOS ha detto...

Forse... tutto è immutabile!
Ma è la speranza che ci frega...

ti invio link video

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Pino Amoruso ha detto...

Ricordo e non dimenticherò quella tragedia!!!

Anonimo ha detto...

Ma forse è la speranza che ci fà andare avanti!

Calabria Saudita

Anonimo ha detto...

ciao, Grazie per il consiglio sul recupero della torre. La torre non ha proprietari, gli unici suoi diensori siamo io e quei poveri esseri mortali che come me la amano. per recuperarla bisogna che si movimenti comune, regione, rovincia e beni culturali.e' un discorso delicato ma io faro' sicuramente la mia bella parte. In quanto al tuo blog condividoe non so spiegare nemmeno a parole quanto l'orgogliod'essere piu' che mai figlia di questa bellissima terra di Calabria. by