venerdì 9 novembre 2007

Il petrolio della Calabria


ciao! su suggerimento del nostro amico affeci posto un interessante articolo del mese di giugno pubblicato su Il Domani ma ancora attualissimo. Infatti questo articolo promuove il consumo di prodotti calabresi (buonissimi!) e ne spiega anche i motivi (più che ragionaevoli!). Anzi proporrei una nuova iniziativa in questo blog.
Immagino a quelli che come me vivono lontani, e che di conseguenza mangiano quello che trovano...non sempre di cattivo gusto, io qui in Toscana ho trovato la pasqua, ma aldilà delle fortune o no, ogni tanto mi piace cucinare qualche piatto tipico della nostra terra e devo dire che mi riesce anche bene, visti gli apprezzamenti dei profani..
Perciò propongo a tutti voi di postare ogni tanto qualche buona ricetta culinaria, per scambiarci suggerimenti e perchè no scoprire le diverse variazioni di una stessa pietanza a seconda dei luoghi.
E ora l'articolo:

Il Domani, in collaborazione con l'associazione "Consuma e spendi calabrese", ha avviato una campagna d’informazione volta a promuovere e valorizzare i prodotti agricoli e alimentari calabresi, il vero "petrolio" della regione.

di Massimo Tigani Sava

Il Domani ha avviato, in collaborazione con l'associazione "Consuma e spendi calabrese", una campagna d’informazione volta a promuovere il consumo interno dei prodotti agricoli, alimentari ed enogastronomici regionali. L'intento non è certo quello di abbandonarsi a una sorta di “campanilismo economico”, né di scadere in atteggiamenti che possano anche lontanamente richiamare vetusti sentimenti autarchici. L'Italia e l'Europa sono due riferimenti essenziali e strategici per la vita dei Calabresi. Ma i Calabresi hanno il sacrosanto diritto di stare in Italia e in Europa da protagonisti, costruendo con le proprie mani il loro futuro e decidendo del proprio destino.
Si è voluto, al contrario, pur riconoscendo i benefici arrecati dal mercato unico europeo e dai pochi ritorni positivi della globalizzazione che pur esistono, far soffermare l’attenzione dei Calabresi tutti su un aspetto tutt’altro che secondario della nostra economia. La Calabria agricola, con i suoi valenti prodotti ortofrutticoli e con i suoi allevamenti, così come le diverse aziende che, ai vari livelli, sono impegnate nel settore alimentare, hanno il pregio, nella stragrande maggioranza dei casi, di offrire cibi genuini e di straordinaria qualità. Una genuinità e una qualità che derivano non solo dalla generale salubrità di territori incontaminati, ma anche dalla proverbiale passione che i Calabresi hanno nei confronti di tutto ciò che concerne l’alimentazione. Una passione che ha, peraltro, radici molto profonde, in quanto poggia su tradizioni millenarie. Queste tradizioni, talora rimaste quasi intatte, e in altri casi opportunamente aggiornate dall'evoluzione tecnologica, conferiscono ai prodotti agricoli, alimentari ed enogastronomici caratteristiche uniche, speciali e inconfondibili. Il "petrolio" dei Calabresi è fatto di aromi, sapori, odori, genuinità e cultura del cibo.
Pensiamo, solo per fare alcuni dei numerosi esempi possibili, ai nostri ottimi latticini (provole, caciocavalli, pecorini, ricotte, burrini...), ai salumi (capocolli, soppressate, salsicce, lardo, costatelle...), ai vini (alcuni dei quali hanno conquistato anche i mercati internazionali), alle acque minerali, al caffé, al tonno, alle castagne, al pane, ai funghi, alle conserve sott’olio, al miele... Per non dire, poi, dei tanti prodotti tipici: dalla rinomata cipolla di Tropea al gelato di Pizzo; dalla ’nduja di Spilinga ai dolci al bergamotto; dalla sardella agli innumerevoli altri “tesori” dell’enogastronomia bruzia. Un patrimonio immenso, che merita di essere valorizzato ancora di più e sostenuto a partire proprio dal mercato interno.
Il Domani e l'associazione "Consuma e spendi calabrese" stanno parlando molto di questo argomento, ascoltando in diretta le aziende e i produttori, ma anche il parere di esperti del settore. Si è iniziato a riflettere in modo attendo su un concetto: consumare calabrese è giusto e fa bene. E’ giusto perché incentiva la nostra economia, crea posti di lavoro e arricchisce nel suo complesso il nostro territorio; fa bene perché la Calabria è ancora nella massima parte una terra non inquinata (il mancato sviluppo industriale ha avuto, per lo meno sotto questo punto di vista, anche aspetti positivi). Consumiamo e chiediamo, nei ristoranti, nei bar, nelle paninoteche, nelle pizzerie e, soprattutto, nei supermercati e nei negozi di generi alimentari, prodotti calabresi. Li vogliamo vedere sempre presenti e ben esposti, proposti e lanciati, aiutati e suggeriti. Ogni giorno, spendendo qualche euro e orientando le nostre scelte di consumatori, possiamo far camminare l’economia in un senso piuttosto che in un altro. Per tanti aspetti i Calabresi sono cittadini di serie “B” (basterebbe pensare alla rete autostradale!), ma siamo comunque consumatori di serie “A”, alla stregua degli altri Italiani. E in quanto consumatori possiamo prendere decisioni in libertà, dire la nostra, aiutare le imprese calabresi a crescere, a migliorarsi, a diventare più forti per poter competere meglio. Meditate, Calabresi, meditate!

(Il presente articolo è una rielaborazione, per www.ildomanionline.it, di quello pubblicato in prima pagina su "Il Domani" del 4 giugno 2006, con il quale è stata lanciata la campagna d'informazione "Consuma e spendi calabrese" finalizzata alla promozione e valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari calabresi)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

..ecco un'altra buona iniziativa per non disperdere il nostro ricchissimo patrimonio alimentare....
Creare sul territorio provinciale un impianto per l’allevamento del “Suino nero di Calabria” destinato a rifornire le aziende zootecniche vibonesi con animali da riproduzione di origine certificata. È questo l’obiettivo del progetto sperimentale promosso dall’assessorato provinciale all’Agricoltura di Vibo Valentia, in collaborazione con il Comune di Mongiana, l’associazione onlus Slow-Food e l’Arssa di Acri (l’agenzia regionale per la sperimentazione in agricoltura). La Provincia punta ora a coinvolgere la Regione e per questo il presidente dell’Amministrazione, Gaetano Ottavio Bruni, e l’assessore Domenico Dominelli hanno scritto al presidente Agazio Loiero e all’assessore regionale alle Politiche agricole Mario Pirillo, per illustrare l’iniziativa e chiedere la copertura finanziaria a valere sui fondi europei destinati al settore. Il progetto prende le mosse dal grande successo già riscosso da un altro analogo, denominato “Conservazione della biodiversità: recupero e promozione del Suino nero calabrese”, recentemente varato dalla Provincia insieme all’Associazione provinciale allevatori, che mira ad incrementare, attraverso un programma triennale, l’allevamento di questa razza suina autoctona dalla grande resa, ma in via d’estinzione. Il maiale nero ha esigenze alimentari molto frugali e può essere allevato allo stato brado o semibrado, sfruttando le aree boschive e quelle in campo aperto a scarsa produttività agricola. In particolare, il progetto in questione prevede l’acquisto in tre anni, da parte della Provincia, di 50 coppie di maiali certificati, allevati nel centro sperimentale dell’Arssa di Acri, da distribuire ad altrettante aziende zootecniche interessate a questo tipo di attività (le prime 15 coppie sono già state acquistate e consegnate un mese fa). Momento cruciale dell’intero programma è, quindi, il reperimento di animali “doc”, la cui purezza sia certa e legalmente attestata. In considerazione del grande interesse riscosso tra gli addetti ai lavori (molti allevatori e associazioni di categoria hanno contattato gli uffici dell’assessorato anche da altre regioni d’Italia per approfondire la questione), si è quindi pensato di promuovere la creazione in loco di un’impresa di carattere sperimentale che possa realizzare un modulo completo di filiera corta, cioè seguire al proprio interno tutte le fasi, dall’allevamento dei suini, alla trasformazione in prodotti tipici, fino alla commercializzazione. L’azienda in questione è già stata individuata in una cooperativa di Mongiana, composta esclusivamente da giovani e donne, alla quale l’Amministrazione comunale è in procinto di affidare in gestione, con regolare contratto d’affitto, un appezzamento di terreno boscoso di circa 90 ettari.

effeci.

calabrisella ha detto...

questa è un' ottima notizia! sopratutto per il fatto che la gestione è affidata a giovani, sopratutto perchè così si tiene sotto controllo anche le aree boschive destinate all'allevamento di questi simpatici maialini neri, e poi sopratutto perchè la nostra tradizione culinaria predilige proprio la carne di suino! sarebbe fantastico riscoprire il sapore originario di una bella bistecca di maiale alla brace!