martedì 30 ottobre 2007

fuori i ruffiani vogliamo politici veri!


da un articolo di "Calabria ora"
a cura di Attilio Fiorillo

"Cari redattori, scrivo anche per ringraziarvi del vostro lavoro, del vostro impegno, della vostra passione per l’informazione e per le problematiche del nostro territorio.
Attualmente la Calabria attraversa un momento particolare, il caso De Magistris trasmette paure, incertezze e, soprattutto, sfiducia nello Stato e nei suoi rappresentanti, sfiducia nella giustizia, consolidando il concetto di uno “Stato di non diritto”. Non mi soffermo su questo concetto, che merita particolare attenzione, per potermi esprimere su un altro che ho a cuore, ovvero le difficoltà attuali delle imprese in Calabria che, oltre alle ormai ripetute e inascoltate difficoltà per l’accesso al credito, sono costrette oggi, ad affrontare anche altre difficoltà in continua espansione come quelle delle Insolvenze. L’aumento dei protesti, da me messo in evidenza con un articolo scritto sul vostro giornale sette mesi fa e confermato dal “Sole 24 ore” poco dopo, risulta il doppio rispetto all’anno precedente. A mio avviso altra importante preoccupazione per le imprese è la cosiddetta “pregiudizievole di conservatoria”, con particolare attenzione ai fermi e alle ipoteche da parte degli enti di riscossione dei tributi. La prevenzione delle imprese Calabresi alle continue minacce delle insolvenze è quella di servirsi di tutele attraverso assicurazioni del credito o informazioni commerciali di dati ufficiali o investigazioni ufficiose, che permettono di dare una valutazione strategica di possibile penetrazione nei mercati di specifici prodotti, di analizzare i punti di forza e di debolezza della propria azienda rispetto a quello dei propri concorrenti, di verificare i dati presenti nel portafoglio clienti proprio o di quello di aziende con cui si stabiliscono sinergie, di ricevere documentate notizie economiche e /o riservate tali da compromettere il buon esito di operazioni commerciali. La possibilità di reperire queste informazioni da una parte permette la prevenzione alle insolvenze, dall’altra parte dà anche la possibilità a chi organizza “truffe” di muoversi meglio in questo scenario. La continua crescita delle insolvenze conseguenti ad un aumento progressivo della crisi di liquidità delle aziende della nostra regione, comporta una chiusura alla nuova clientela, con il rischio di non poter sviluppare strategie di mercato dirette all’espansione della propria attività. La mia analisi ha come fine quella di porre in risalto le cause di questa regressione economica, che meriterebbe particolare attenzione, ma mi voglio soffermare su un concetto elaborato dopo il “caso De Magistris”. L’imprenditore, un tempo, per la continua crescita della propria azienda si avvaleva di capacità e mezzi propri, ma, soprattutto, faceva affidamento sullo Stato e sui rappresentanti. Oggi sappiamo che questo non avviene più e che dopo le ultime vicende è aumentata la sfiducia nelle istituzioni e nel concetto dello Stato di diritto. Per motivi di spazio arrivo direttamente al fine del mio concetto: se lo Stato oggi non esiste, in Calabria i nostri imprenditori seri e onesti a quale “padre di famiglia” devono rivolgersi? A mio avviso possono solo contare sulle proprie forze e sul proprio credo, ma mi chiedo: visto che i politici si interessano degli imprenditori solo all’avvicinarsi delle elezioni, non sarebbe ora che anche chi affronta le difficoltà quotidiane ricorrendo alle proprie capacità entri attivamente nel mondo della politica? Non sarebbe forse giusto che con le proprie iniziative contribuisse alla crescita del tessuto economico della nostra terra, vista l’incapacità dimostrata dai rappresentanti dello Stato del non diritto? Non sarebbe ora di “scuotere” questi nostri politici per far capire loro che lo stipendio è un dovere e non un assistenzialismo? Che
è ora di agire invece di stare comodamente seduti su una poltrona?
Attilio Fiorillo"

3 commenti:

Anonimo ha detto...

caro attilio, analisi condivisibile, anche riguardo il "che fare" finale.
non esistono bacchette magiche ma la forza e l'energia di persone che non si arrendono, mi riferisco a cio' che sta succedendo per il caso demagistris: credi che se questi avvenimenti fossero accaduti 10 anni fa qualcuno avrebbe protestato?
io credo di no.
cio' vuol dire che qualcosa si muove, la coscienza civile cresce, la consapevolezza di meritare verità e giustizia cresce, i giovani seppur pervasi piu' da vizi che da virtu' si impegnano . le settimane passate l'italia che ha visto annozero ti assicuro che ha avuto un immagine sbalorditiva dei giovani calabresi, lucidi, appassionati, assetati di giustizia e pronti a lottare.
qualcuno disse "eppur si muove"... nella consapevolezza che lunghissimo è il cammino che ci porterà alla crescita civile, io penso che stiamo crescendo...
un abbraccio,
effeci.

Anonimo ha detto...

carissimi,
anch'io sono d'accordo sul fatto che qualcosina sta cambiando...
rimango però scettico sui modi e su come questo accade...cioè non nasce da una coscienza politica volta al benessere comune ma dai malumori dei cittadini che sono stanchi di subire (e ciò cmq non sta portando a niente, almeno a vibo);
e a questo punto mi chiedo....
ma com'è possibile candidarsi o comunque partecipare alla cosa pubblica senza tingersi con certi ambienti soprattutto massonici? (per non dire mafiosi)
chi cerca di alzare la testa si deve scontrare con i soliti noti....policici e non...
a nessuno interessa la vera politica....o il rappresentare i cittadini...
lo si sta vedendo ora con la spartizione fratricida degli incarichi provinciali del pd.
non so voi ma continuo e essere pessimista.
io ogni giorno, nella provincia di rimini, mi devo giustificare sul fatto che non porto con me la pistola....sarà ma la gente ancora pensa che andiamo in giro armati in calabria.
Ogni volta cerco di smentire queste leggende metropolitane ma poi quando penso di esserci riuscito...ecco che spunta la notiziola sul telegiornale su scandali truffe e omicidi...
l'ultima la scorsa settima...uno mi vede e mi domanda: " senti fra ma tu di dove sei"? e io: vibo valentia perchè? - no sai ho letto sulla vicenda why not e dice che c'è uno coinvolto di vibo valentia un certo pietro macri lo conosci? io: no no non lo conosco.
ma cosa dovevo dire....che abitava a 10o mt da casa mia...che stavo pure rischiando di andare alavorare da lui?
bho io ce la sto mettendo tutta per riscattare il nome della nostra terra...speriamo di farcela

a presto

calabrisella ha detto...

caro FraCar
hai perfettamente ragione quando dici che c'è poco che essere ottimisti, almeno fino a quando le poltrone del potere saranno occupate dai soliti ruffiani e mangiasoldi...tuttavia penso che il potere sia un'arma molto pericolosa e che l'essere umano sia molto volubile, anche il più corretto e motivato uomo potrebbe essere preda di vanità e sete di potere. per questo motivo credo che una legislatura affidata alle stesse persone per troppo tempo sia deleteria perchè a lungo andare non è più l'interesse pubblico a motivare le azioni ma quello personale.
Si dovrebbe cambiare proprio il sistema politico e permettere che le opere iniziate che siano state approvate in maggioranza dai cittadini, vengano ultimate, anche se cambia la figura del politico. d'altronde è o no l'interesse della collettività la cosa più importante?
per quanto riguarda la nostra immagine nel mondo, anche qui ti do ragione, non ci facciamo proprio una bella figura, mi consola il fatto che in fondo noi calabresi siamo esseri semplici e sinceri e per fortuna le nostre qualità vengono quasi sempre apprezzate. tanti miei amici sono venuti a trovarmi in calabria durante le loro vacanze e molti di loro sono tornati perchè si sono sempre trovati benissimo con la gente del posto...e Vibo Marina non è proprio una meta turistica organizzata! perciò se vuoi accettare il mio consiglio non pensar troppo a quello che fanno gli altri ma credi fermamente nelle tue convinzioni, che mi sembrano oneste e nobili, e darai un ottimo contributo a migliorare l'immagine generale della calabria.
un abbraccio