una di queste è l'alluvione accaduta in provincia di Cagliari mercoledì scorso.
Mi sento molto vicina alle persone che hanno subito
questa catastrofe e auguro loro di ritrovare presto la perduta serenità.
Quella loro è un'esperienza che ho vissuto in prima persona e so quanta forza sia necessaria per far fronte ad una situazione che ti lascia senza fiato, incredulo e smarrito.
Ma quasi come se ci fosse una mano che ti spingesse avanti questa forza arriva, io la chiamo la forza della disperazione, e se non ci fosse tutto sarebbe perduto. Ed è l'unica su cui si può far affidamento, perchè per quanto gli amici, i conoscenti anche gli sconosciuti che si danno per aiutare rimangono pur sempre, seppur importanti, ai margini. Lo dico perchè a distanza di un anno dall'alluvione a Vibo del 3 luglio 2006 i parenti delle vittime si ritrovavano ancora nella disperazione.
Le cause in Sardegna come in Calabria sembrano essere le stesse: il dissesto idrogeologico dovuto alla costruzione selvaggia. Già Legambiente aveva scritto un dossier all'indomani dell'alluvione che colpì Soverato nel 2000. E nonostante i fondi arrivati alla Regione Calabria per il ripristino e la bonifica dei corsi d'acqua, nulla di quello che era programmato è stato fatto, a parte la bonifica delle spiagge vibonesi, altamente inquinate dai materiali tossici portati con l'acqua dalla zona industriale, e la nuova scuola elementare di Bivona (tra l'altro costruita con pessimi criteri).
Certo la Regione non aiuta quando mette mano alla L.R. 19/2002 modificando o addirittura annullando alcuni divieti di costruire in prossimità di fiumi e mari.
Spero che la Regione Sardegna sia più oculata di noi e riesca ad investire i soldi che le arriveranno nel pieno rispetto del suo bellissimo territorio. Ma perchè noi calabresi in questo siamo così incapaci? Ora si attende che mettano in sicurezza i nostri fiumi.
Staremo a vedere.
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Marcello
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