mercoledì 30 gennaio 2008

Tibi e Tascia


Saverio Strati (Sant'Agata del Bianco, 1924) è uno scrittore calabrese.
Saverio Strati ha scritto numerosi romanzi e racconti a sfondo sociale, ambientati prevalentemente in Calabria. Si è inoltre occupato del recupero di fiabe e racconti popolari tramandati dalla tradizione orale calabrese, pubblicandone anche una raccolta, nella quale ha curato la traduzione dal dialetto calabrese all'italiano.


OPERE:

La marchesina: racconti - Milano - Mondadori - 1956
Mani vuote: romanzo - Milano - A. Mondadori - 1960
Avventure in città - Milano - Mondadori - 1962
Il nodo - Milano - A. Mondadori - 1965
Il codardo - Milano - Bietti - 1970
I racconti di Saverio Strati - Firenze - Galleria Pananti - 1970
Noi lazzaroni: romanzo - Milano - A. Mondadori - 1972
La teda - romanzo - Milano - A. Mondadori - 1973
È il nostro turno: romanzo - Milano - A. Mondadori - 1975
Cento bambini - Cosenza - Lerici - 1976
Tibi e Tascia - introduzione di Geno Pampaloni - Milano - A. Mondadori - 1976
La marchesina - Milano - A. Mondadori - 1977
Il selvaggio di Santa Venere - Milano - A. Mondadori - 1977
Il visionario e il ciabattino - Milano - A. Mondadori - 1978
San Gregorio Magno: leggenda - Firenze - Pananti - 1978
La bella Aurora: racconto popolare - Firenze - Pananti - 1979
Il diavolaro - Milano - Club degli Editori - 1980
Gente in viaggio - Milano - A. Mondadori - 1980
Re Pero - Firenze - Lisciani-Giunti - 1981
57 favole - Firenze - Pananti - 1982
Al mare insieme agli altri - Firenze - Pananti - 1982
Fiabe calabresi e lucane - scelte da Luigi M. Lombardi Satriani e tradotte da Saverio Strati - Milano - A. Mondadori - 1982
Miti, racconti e leggende - Reggio Calabria - Gangemi - 1985
Viaggio in macchina - Soveria Mannelli - Rubbettino - 1986
I cari parenti - Novara - Mondadori-De Agostini - 1987
La conca degli aranci: romanzo - Milano - A. Mondadori - 1987
L'uomo in fondo al pozzo: romanzo - Milano - A. Mondadori - 1989
Piccolo grande Sud - Soveria Mannelli - Rubbettino - 1989
L'arpia - Lungro - Costantino Marco - 1993
Ascolta, Stefano - Milano - Mursia - 1994
Il ritorno del soldato - Cosenza - Periferia - 1994
Il vecchio e l'orologio: racconti - Lecce - P. Manni - 1994
Melina - Lecce - P. Manni - 1995
Novelle di Calabria - Reggio Calabria - Laruffa - 1996
La figlia del mago della pietra bianca - Falzea - 2000
Il Natale in Calabria - Vibo Valentia - Qualecultura - 2006


Niente male come produzione letteraria, e di cose ne ha avute da dire!
Personalmente ho conosciuto tardi questo autore.
Qualche anno fa, trovai il romanzo Tibi e Tascia (pubblicato nel 1976) a casa del mio fidanzato, a Firenze e lui mi raccontò che era il suo libro di narrativa della terza media. Mi parve curioso che a Firenze si desse tanta importanza ad un autore calabrese, allora incuriosita iniziai a leggerlo. Fu come tuffarsi a capofitto con una stretta allo stomaco nella Calabria dei miei nonni. Il racconto parla dell'amicizia di una bambina Tascia e un bambino Tibi poverissimi, del loro stato sociale, le loro aspirazioni, la struttura economica della loro comunità basata sul possedimento di terreni del signorotto locale, della divisione dei poteri tra questo, il sindaco, il maresciallo e i medici (un pò servi) e tutti gli altri, i poveri contadini che lavorano dalla mattina alla sera per un pò di pane. L'intensità del racconto però non è tanto nella minuziosa descrizione delle figure che via via si presentano quanto nei sogni dei ragazzi che non anelano al lusso dei padroni ma ad una vita dignitosa e libera. 
Consiglio vivamente la lettura di questo racconto, non solo per la scorrevolezza e la fluidità del racconto, ma soprattutto per scoprire l'origine di alcuni termini dialettali.

9 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Non lo conoscevo neanch'io. Tempo fa ho postato su artisti, scrittori calabresi tralasciati dai miei prof e conosciuti grazie al web come in questo caso. Devo trovare qualche libro...mi hai incuriosito
Un caro saluto

calabrisella ha detto...

casomai lo trovi facci una recensione! mi piacerebbe leggere qualcos'altro di Saverio Strati.
ps: e che altri autori ci consigli?

Pino Amoruso ha detto...

Ti consiglio un libro in cui si parla di Dante Castellucci, "il Comandante Facio". Il titolo è "Il piombo e l’argento" ed è stato scritto dallo storico Carlo Spartaco Capogreco. Tempo fa ho scritto un post su Dante Castellucci
A presto ;-)

calabrisella ha detto...

grazie per il consiglio, lo cercherò! :-)

Anonimo ha detto...

Signori ci stiamo dimenticando di un certo Corrado Alvaro!

Calabria Saudita

calabrisella ha detto...

puoi parlarcene Calabria Saudita? hai letto qualcosa su di lui? purtroppo non lo conosco.

Anonimo ha detto...

Quando fu il giorno della Calabria-
Dio si trovò in pugno 15000 km2 di argilla verde con riflessi viola.
Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo.
Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro.
Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii,
più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi. Diede alla Sila il pino, all’Aspromonte l’ulivo, a Reggio il bergamotto, allo Stretto il pescespada, a Scilla le sirene, a Chianalea le palafitte, a Bagnara i pergolati, a Palmi il fico, alla Pietrosa la rondine marina, a Gioia l’olio, a Cirò il vino, a Rosarno l’arancio, a Nicotera il fico d’India, a Pizzo il tonno, a Vibo il fiore, a Tiriolo le belle donne, al Mesima la quercia, al Busento la tomba del re barbaro, all’Amendolea le cicale, al Crati l’acqua lunga, allo scoglio il lichene, alla roccia l’oleastro, alle montagne il canto del pastore errante da uno stazzo all’altro, al greppo la ginestra, alle piane la vigna, alle spiagge la solitudine, all’onda il riflesso del sole.

Diede a Cosenza l’Accademia, a Tropea il vescovo, a San Giovanni in Fiore il telaio a mano, a Catanzaro il damasco, ad Antonimina il fango medicante, ad Agnana la lignite, a Bivongi le acque sante, a Pazzano la pirite, a Galatro il solfato, a Villa San Giovanni la seta greggia, a Belmonte il marmo verde. Assegnò Pitagora a Crotone, Orfeo pure a Crotone, Democede pure a Crotone, Almeone pure a Crotone, Aristeo pure a Crotone, Filolao pure a Crotone, Zaleuco a Locri, Ibico a Reggio, Clearco pure a Reggio, Cassiodoro a Squillace, San Nilo a Rossano, Gioacchino da Fiore a Celico, Fra’ Barlaam a Seminara, San Francesco a Paola, Telesio a Cosenza, il Parrasio pure a Cosenza, il Gravina a Roggiano, Campanella a Stilo, Mattia Preti a Taverna, Galluppi a Tropea, Gemelli-Careri a Taurianova, Guerrisi a Cittanova, Manfroce a Palmi, Cilèa pure a Palmi, Alvaro a San Luca, Calogero a Melicuccà, Rito a Dinami. Donò a Stilo la Cattolica, a Rossano il Patirion, ancora a Rossano l’Evangeliario Purpureo, a San Marco Argentano la Torre Normanna, a Locri i Pinakes, ancora a Locri il Santuario di Persefone, a Santa Severina il Battistero a Rotonda, a Squillace il Tempio della Roccelletta, a Cosenza la Cattedrale, a Gerace pure la Cattedrale, a Crotone il Tempio di Hera Lacinia, a Mileto la zecca, pure a Mileto la Basilica della Trinità, a Santa Eufemia Lametia l’Abbaziale, a Tropea il Duomo, a San Giovanni in Fiore la Badia Florense, a Vibo la Chiesa di San Michele, a Nicotera il Castello, a Reggio il Tempio di Artemide Facellide, a Spezzano Albanese la necropoli della prima età del ferro.

Poi distribuì i mesi e le stagioni alla Calabria. Per l’inverno concesse il sole, per la primavera il sole, per l’estate il sole, per l’autunno il sole. A gennaio diede la castagna, a febbraio la pignolata, a marzo la ricotta, ad aprile la focaccia con l’uovo, a maggio il pescespada, a giugno la ciliegia, a luglio il fico melanzano, ad agosto lo zibibbo, a settembre il fico d’India, a ottobre la mostarda, a novembre la noce, a dicembre l’arancia. Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate. Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante.

Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le piene delle fiumare e le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione. Dopo le calamità, le necessità: la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno della giustizia, il bisogno della libertà, il bisogno della grandezza, il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio.

E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore. Quando, aperti gli occhi, potè abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta , Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi, lentamente rasserenandosi, disse: - Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto.

- Utta a fa juornu c’a notti è fatta - Una notte che già contiene l’albore del giorno.


Leonida Repaci
Palmi ( RC) 1898 - Roma 1985

by effeci.

calabrisella ha detto...

incantevole! lo leggo e lo rileggo e la mia fantasia vola...

Anonimo ha detto...

rox pensa che lo lessi quando facevo la scuola elementare rimanendo folgorato..e innamorato della calabria! ;-)