martedì 3 giugno 2008

VI tappa: Monasterace

Sono tornata...ho avuto un pò da fare e mi spiace di nn esser riuscita a finire il racconto delle vacanze, dopo tanto tempo ho dimenticato un pò le sensazioni che mi guidavano in quei giorni ma delle ultime tappe volevo parlarvene lo stesso perchè a mio avviso sono molto rappresentative della ricchezza che abbiamo e che il più delle volte rimane nascosta, perciò cercherò a grandi linee di raccontarvi il seguito...

11 aprile - Non ricordo se siamo partiti presto quel giorno, ricordo solo che facemmo colazione nell'agriturismo e che la cupezza del gestore si respirava nell'aria, c'era una stran
a a
tmosfera che ci ha indotti a lasciare in fretta quell'incantevole posto.
Siamo tornati a ripercorrere la ss 106 direzione sud. La meta era Stilo che conserva intatto uno dei pochi esempi di architettura bizantina presenti in Italia. Ma per arrivarci abbiamo faticato un pò. Per arrivare a Stilo bisogna abbandonare la ss 106 e addentrarsi verso l'interno. Ma non ci sono molte indicazioni stradali, purtroppo e fortunatamente perchè per questo motivi abbiamo avuto l'occasione di visitare il paese di Monasterace.
E' un paese antichissimo, possiede un castello medievale frazionato ed abitato da civili che  (per mia grossa pena) lo hanno rimaneggiato secondo le loro esigenze senza porre nessuna attenzione al manufatto storico. Da un lato è affascinante poter notare come l'uomo riesce ad adattare qualsiasi cosa a propria dimora dall'altro è doloroso verificare come non ci sia nessuna cura del pregio e del valore artistico. Il resto del paese si arrocca in un saliscendi delizioso, esclusivamente vietato alle automobili si percorre solo a piedi e conserva,  credo, molti esempi della nostra tradizione architettonica. Per esempio il sistema costruttivo della gronda utilizzando esclusivamente i coppi e risalente (da una mia deduzione in seguito alla scoperta del primo restauro della copertura della basilica di Stilo risalente alla prima metà del '500) a cavallo del periodo 1300-1500 d.c. Qui è utilizzato ancora dai "ma
stri" contemporanei, ed è un sistema diffuso anche nel resto del territorio (nella zona di Vibo non esiste, se non in casi isolati).
Il ricordo di Monasterace si concentra però sull'incontro di Checchina (Francesca, ma lei vuole essere chiamata con il suo nomignolo), custode dei segreti e del Duomo di Monasterace. Persona deliziosa, età indefinibile, tra i 60 e gli 80 anni, energia esplosiva, dolcissima e simpaticissima. Ci ha aperto la chiesa solo per noi, ci ha raccontato tutta la storia di S. Andrea Avellino, patrono del paese e portato dalle sole donne durante la processione della sua festa. 
Ci ha mostrato con orgoglio tutte le statue restaurate dal figlio, anch'egli emigrato al nord.
Mi ha fatto tenerezza questa donna sola, circondata da soli amici anziani in un paese che è un gioiello. Ci ha benedetti, voleva portarci a casa sua per un caffè, abbiamo rifiutato. Ci sembrava di approfittare troppo della sua gentilezza. Ho fatto una foto con lei.
Dopo baci, abbracci e qualche lacrima l'abbiamo salutata con il cuore più ricco e ci siamo diretti alla volta di Stilo.

3 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Monasterace...hai fatto un bel giretto!!!Bei posti i nostri...

Ciao
Pino Amoruso

Anonimo ha detto...

ciao rox il giro continua.. tra borghi che il tempo ha lasciato per strada e piccoli mondi nascosti.
un saluto da ts, effeci. ;-)

燒餅油條Ken ha detto...
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