lunedì 21 aprile 2008

II tappa: ISOLA DI CAPO RIZZUTO

7 aprile - Sveglia presto, pronti a lasciare l'accogliente Querceto dopo una sana colazione, paghiamo (25 euro a notte a persona), finalmente conosciamo il figlio del gestore che gentilmente ci indica quali posti vale la pena di vedere, prendiamo nota e salutiamo.

Montiamo sulla nostra bella auto noleggiata e cartina alla mano ci dirigiamo verso Crotone, percorrendo la ss 107 (la cosidetta Silana). Il viaggio è breve, ma prima di entrare
 in città ci fermiamo
 ad un autogrill per un caffè e per testare un pò il carattere dei crotonesi.
Ci accolgono tre belle ragazze non molto contente di vivere lì e incuriosite dalla somiglianza di Andrea con Fabio Volo (lo dicono tutti, ma secondo me sono proprio diversi). Traspare nelle loro parole una certa insoddisfazione e sfiducia che accomuna un pò tutti i calabresi rimasti nella propria terra, ma poi scavando scavando si scopre invece un amore vero che fa brillare gli occhi. Soddisfatti ci avviamo verso la città che fu sede importante della Magna Grecia, ospite di importanti personaggi quali Pitagora, che qui fondò la sua scuola e città natale di molti contemporanei come Rino Gaetano, Sergio Cammariere e il calciatore Vincenzo Iaquinta.

Crotone è molto carina, frequentatissima dai giovani per la forte presenza di Istituti scolastici, cerchiamo di girarla un pò a piedi, per le vie del centro, al mercato centrale, la piazza del Municipio, ma ci s
entiamo un pò persi...in re
altà non sappiamo dove andare, scopriremo troppo tardi che a Crotone c'è il Museo archeologico che conserva tutti i reperti ritrovati nella zona di Capo Colonna e non solo e il Castello di Carlo V che è stato di recente restaurato...peccato!

La temperatura si era alzata notevolmente sfiorando i 30 gradi e cominciavamo a soffrire dentro i nostri golfini di lana, perciò quasi in stato febbrile decidiamo di uscire dalla città e di dirigerci verso la costa sperando di trovare un pò di frescura. Riprendiamo la ss 106 jonica e ci dirigiamo verso Isola di capo Rizzuto.
L'aria è calda, si respira la brezza marina e lungo la strada ammiriamo uno spettacolare paesaggio, alla nostra destra le colline sono disseminate di fiori di campo e tulipani, mentre sulla sinistra la distesa di un intenso azzurro del mare che sembra chiamarci a sè.
Acceleriamo, vogliamo a
rrivare presto a Capo Colonna per avere poi il tempo di rilassarci un pò anche sulla spiaggia. Il parco archeologico è inserito nel più vasto parco marino che tutela la flora e la fauna e vieta ogni tipo di inquinamento costiero. Devo dire che hanno fatto un bel lavoro. Funziona la raccolta differenziata e funziona la pulizia del territorio. Esiste ancora molta edilizia spontanea, con case iniziate e mai finite, ma la cura dell'estetica qui mi sembra sia diffusa. E' piacevole volgere lo sguardo all'orizzonte, anche la campagna è molto curata. Sulle colline si staglia il nuovissimo impianto (ancora inattivo)  delle pale eoliche che servirà l'energia a tutto il territorio costiero - un altro è stato installato vicino Catanzaro, anche questo ancora inattivo.

L'ingresso al parco archeologico (completamente gratis) avviene da un sentiero pedonale e da una strada carrabile che arriva molto prossima alla famosa Colonna del Tempio di Hera Lacinia, probabilmente 
molto tempo fa serviva come accesso alle due ville che furono costruite negli anni 30-40 (?) proprio a ridosso del parco e che oggi sono disabitate (probabilmente espropriate ed in attesa di trovarvi una funzione inerente il parco).
L'ambiente è incantevole, peccato solo per l'erba alta che copriva gran parte dei resti delle mura antiche. Ancora intatto il muro di confine che fu rimaneggiato anche dai Romani e bellissima la Colonna che lascia immaginare la magnificenza che era appartenuta al Tempio e che sicuramente rappresentava un forte punto di riferimento per le navi che passavano da lì.
Il sito si trova talmente a ridosso sul mare che se ci si affaccia dalla scogliera si può notare come il mare piano piano si stia mangiando la costa. Spero che cerchino di salvare questo luogo, sarebbe un vero peccato se un giorno crollasse sotto la spinta delle onde.

All'interno del sito ci sono i resti di alcune villae romane e di un'antica fornace romana poco visibile perchè sopra di essa è stata costruita intorno al 1500 una deliziosa chiesetta. Di fronte ad essa si staglia
 imponente la Torre di Nao, restaurata e bellissima (anch'essa risalente allo stesso periodo) costruita con grossi tagli di pietra arenaria del luogo. E' perfettamente integra.

Nota negativa: nonostante il sito sia molto interessante lo abbiamo trovato deserto, il vicino museo archeologico era chiuso e l'unico punto di ristoro ha aperto intorno alle 15. Insieme a noi qualche tedesco...niente più. Mi sarei aspettata almeno qualche scolaresca.

Mangiamo un panino fa
cendo amicizia con due cani malandati che vivono lì e godendoci la splendida giornata di sole. Abbiamo ancora voglia di esplorare, perciò montiamo in macchina e  partiamo alla volta di Le Castella. Nel frattempo ci guardiamo intorno, dobbiamo ancora trovare dove dormire! ma è tutto chiuso, è un posto di mare e qui si popola solo d'estate.
Raggiungiamo Le Castella velocemente, un quarto d'ora di auto, strada libera. Entriamo in paese e mi viene in mente subito l'estate per via del viale di ingresso che porta al mare con i marciapiedi alti e larghi e pieno di negozi, gelaterie, rosticcerie ed alberghi. Fa caldo e mi vien voglia di comprare un costume, ma si sta facendo tardi e vogliamo visitare il Castello Aragonese.

Entriamo, biglietto 3 euro (gratis per i residenti), senza guida. Il Castello è in parte restaurato, è in corso di restauro la parte dei bastioni che accoglieva il mercato. Siamo liberi di girarlo in lungo ed in largo, ne
ssuna guardia di controllo, nessuna telecamera.
Mi sembra di tornare bambina quando con gli amici si passavano i pomeriggi ad esplorare le costruzioni abbandonate lontano dagli sguardi dei grandi.

Il Castello è davvero affascinante così proteso verso il mare. Anche questo come quello di Santa Severina presenta la stessa tipologia di merlatura (fu restaurato nel 1510 da Andrea Carafa, lo stesso che mise mano al Castello di Santa Severina), dalle notizie storiche sul volantino scopriamo che l'origine è angioina (seconda metà del XIII sec) e che non fu mai residenza nobiliare ma ospitò i soldati aragonesi per difendersi dagli attacchi dei turchi.
L'origine del plurale per denominare questo luogo "Le Castella" secondo una suggestiva ipotesi, deriverebbe dalla presenza di varie isolette fortificate all'interno della baia, come testimoniano due secche sottomarine nelle quali sono stati ritrovati resti di mura.
Siamo stregati dalla bellezza di questo posto, il nostro giro è già finito ma non abbiamo voglia di andar via. Facciamo il giro intorno al castello e ci sediamo sugli scogli a riposare un pò. E' una giornata caldissima, sono le sei del pomeriggio, ci appisoliamo proprio lì sugli scogli con il Castello che alle nostre spalle ci protegge.

Leggendo il volantino preso all'ingresso scopro che qui è nato il leggendario corsaro Uccialì (rapito da bambino proprio nel castello da un corsaro algerino e venduto come schiavo in Turchia, le sue gesta si narrano come leggende). Le Castella gli ha dedicato una piazza con al centro il suo busto. Abbiamo fame. Ci fermiamo al bar di fronte per un aperitivo e notiamo subito l'arrivo di un politico locale (era tempo di elezioni se ricordate), quanta riverenza! La sua faccia troneggiava in tutti i manifesti affissi e, sinceramente, si pavoneggiava un pò troppo per i miei gusti! 3 guardie del corpo - un fare da boss che non mi  piaciuto per niente!
Io e Andrea lo abbiamo preso in giro per tutto il tempo.
Chiediamo al gestore informazioni per un posto dove alloggiare e ci consiglia di andare a Capo Rizzuto. Bene! pensiamo, non ci siamo stati e lì c'è anche l'acquario.
Finito l'aperitivo ci dirigiamo verso Capo Rizzuto.

Il paese somiglia a tanti altri paesi di mare, case per lo più disabitate e di costruzione recente. C'è pochissima gente in giro, forse per l'ora tarda, sono quasi le otto, vediamo il posto (Albergo pensione Florida) che ci ha indicato il barista ma a vederlo da fuori non ci convince per niente.
E' un edificio di 4 piani costruito negli anni 70 in evidente stato di abbandono, all'ingresso una donna pulisce i vetri..facciamo un giro ci diciamo, ci sarà qualche altro posto...
ma il paese è tutto lì, l'altro Albergo I Campanacci sembra chiuso. Dopo aver individuato l'acquario, vicino ad una chiesa dalle grandiose pretese scendiamo in spiaggia. Davvero bello questo tratto di costa, sabbia fine, vegetazione rigogliosa, tantissimi fiori, è il tramonto e lo spettacolo ci lascia fermi nella contemplazione. La spiaggia è animata da un gruppo di adolescenti.

Forse è meglio andare in albergo e chiedere la stanza visto l'ora tarda, ci aviamo verso il posto indicato con molte perplessità. Ci accoglie un gentile e minuto signore che ci porta subito nella stanza e ci fa mettere l'auto in un parcheggio privato.
La camera è grande ci sono 4 letti ed una culla, la tv e il bagno in camera.
Non male per 20 euro a notte.
Ma ci accorgiamo subito che è un vero disastro. Il bagno perde pezzi d' intonaco dal soffitto per l'umidità e la doccia allaga dappertutto per una pendenza sbagliata del pavimento. La finestra per arieggiare ha la maniglia troppo in alto perciò decidiamo di lasciarla sempre aperta. l'unica lampada sul comodino è rotta. Non ci sono coperte. Usciamo sul balcone. L'inferriata è completamente corrosa, passandoci la mano sopra si rischia di tagliarsi. Non è proprio il luogo adatto per ospitare dei bambini questo.
Se fossi stata lì per lavoro avrei detto sicuramente qualcosa per protestare, ma sono in vacanza e tutto mi sembra meno grave, perciò la prendo a ridere e scendiamo per la cena intenzionati a prendere in giro il gestore.
La cena per fortuna è stata decente e non manchiamo di fare i nostri complimenti ai proprietari i quali un pò stralunati (ci credo!) accettano i nostri complimenti increduli!
Insieme a noi in sala un gruppo di ragazzi e ragazze che si divertono a scaricare musica da internet con il portatile di uno di loro. Sono lì per lavoro, ma non capiamo bene che tipo di lavoro. Siamo stanchi e decidiamo di fare una breve passeggiata verso l'acquario prima di andare a letto.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

bel diario brava rox!
belle sensazioni..
peccato per l'albergo di isola.. ma con tutti gli agriturismi sparsi per le colline del basso crotonese proprio li dovevate finire??
vabbè come hai dettu tu in vacanza si puo' accettare..
un saluto, effeci.

calabrisella ha detto...

grazie effeci, è sempre un piacere sapere che apprezzi i miei racconti, un motivo in più per continuare ;)
si è vero potevamo cercare qualche agriturismo...ma quando un posto non lo conosci bene cerchi un pò di seguire l'istinto ed è quello che abbiamo fatto...a volte va bene...a volte va male
un bacio